TEATRO RIDOTTO E COLLETTIVO KOMOREBI
Sono stati raccolti, attraverso percorsi di ricerca e laboratoriali con adulti, adolescenti, pre-adolescenti e bambini i “racconti della solitudine”, per permettere ai partecipanti di “condividere la solitudine” attraverso l’arte, di raccontarla e raccontarsi tramite le esperienze che, in essa e attraverso essa, hanno vissuto. Viene dato spazio alle loro voci attraverso un gioco basato sulle sinestesie che, della solitudine, ci racconterà l’aspetto più fisico e interiore, più brutale ma anche liberatorio.
“Il sapore della solitudine è il pane senza farina”, “quando sono sola posso pensare”, “se dovessi disegnare la solitudine disegnerei un bambino senza contorno, su un foglio bianco”, … ci hanno raccontato nelle esperienze. I racconti raccolti sono stati ricomposti drammaturgicamente e musicalmente per arrivare ad avere una colonna sonora narrativa a più voci, danzata dalla performer nella scena finale sulla corda sospesa. Non è possibile, non sentirsi mai soli. Ma è possibile, secondo noi, “non sentirsi soli nella solitudine”. E crediamo che sia di vitale importanza ricordarcelo.
I RACCONTI DELLA SOLITUDINE
“Il sapore della solitudine è il pane senza farina”
“Il colore della solitudine è l'arancione"
“Per me il sapore della solitudine è semplice"
“Quando sono solo posso pensare"


Con il sostegno del MIC e di SIAE, nell'ambito del programma "Per Chi Crea"

NON SENTIRSI SOLI NELLA SOLITUDINE
Musica originale di Filippo Bonelli